UTOPIE


Wassily Kandinsky, Utopia in blu. "Ogni opera nasce così, come nasce il Cosmo, attraverso le catastrofi che dal caotico frastuono degli strumenti vanno a formare una Sinfonia, la Musica delle sfere. La creazione di un’opera è la creazione del mondo», Wassily Kandinsky 1909



L'utopia, il non luogo, quello che ancora non è stato posto in essere eppure potrebbe diventare reale.

Parola bellissima inventata da Thomas More nel 1516, ma che è  stato un tema sempre ricorrente anche nell'antichità.

Per spiegare il significato profondo che ha ancora nella mia vita, riporto una famosa frase dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano:

“L'utopia è là nell'orizzonte. Mi avvicino di due passi e lei si distanzia di due passi. Cammino 10 passi e l'orizzonte corre 10 passi. Per tanto che cammini non la raggiungerò mai.

 A che serve l'utopia? Serve per questo: perché io non smetta mai di camminare."

L'utopia sostanzia, insomma, il nostro modo di vivere ma sarebbe ingenuo trascurare i pericoli di accecamento che reca con sé.

Chi vive di utopie rischia di non vedere in agguato già nell'entusiasmo scanzonato iniziale "il germe del fallimento", come dice Colapesce nel film "La primavera della mia vita".

Ma di fallimenti e catastrofi parlano già tutte le distopie che invadono la società tardo capitalista. Penso che esse siano importanti per aiutarci a focalizzare i pericoli imminenti e prepararci al peggio, ma ritengo abbiano monopolizzato l'immaginario collettivo, desertificando il posto che spetta alle utopie.

Meno distopie, più utopie, please!

Utopia è un mondo senza guerre.

Utopia è che l'educazione possa salvare dalle degenerazioni prodotte dal capitalismo e dalla gabbia tecnologica e che le generazioni possano tornare a comunicare in vista di un obiettivo comune come la salvaguardia del pianeta.

Utopia è che il capitalismo possa capitolare in un modo indolore per i "giusti" e che la terra possa essere ancora ospitale, ancora vivibile domani.

Se anche questi ideali dovessero rivelarsi dei colossali fallimenti, poiché l'alternativa spesso non è che un grigio cinismo disincantato, denominato "realismo" unicamente per non sentirsi disumani, non possiamo fare a meno di essi.

Illusions are to the soul what atmosphere is to the earth. Roll up that tender air and the plant dies, the colour fades. The earth we walk on is a parched cinder. It is marl we tread and fiery cobbles scorch our feet. By the truth we are undone. Life is a dream. ‘Tis waking that kills us.”

Virginia Woolf, Orlando

Ecco un elenco delle mie dolci illusioni che potete trovare in questo blog:

Alla dolce utopia di una piena emancipazione femminile dedico invece una pagina a parte: emancipazione-femminile.html


"Non ci sono colpe del passato né pesi nel presente che possano esimerci dal prenderci la responsabilità di sognare il futuro.", Michela Murgia

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