VERSO LA FINE DI GAZA? NON NEL NOSTRO NOME!


Esattamente un anno fa, pubblicavo qui questo post. Come ho scritto su facebook, un anno di impotenza e dolore in più, per una strage di innocenti senza precedenti e che procede a ritmi serrati e brutali, infrangendo ogni elementare diritto internazionale, solo per assecondare un pazzo criminale sionista e tutti i suoi sostenitori, che vogliono far passare l'equazione immonda che chi è contro il sionismo è antisemita.

Quanti nuovi Eichmann israeliani sta producendo quest'orrore! Uomini svuotati di coscienza, che si limitano ad eseguire ordini scellerati per portare a termine la soluzione finale ad una questione palestinese che hanno mantenuto aperta per decenni, macchiandosi delle peggiori colpe che, per le curiose ripetizioni rovesciate della storia, ricalcano quelle dei loro carnefici nazisti.
E senza che nessuna potenza europea abbia mai tentato di intervenire davvero, perché asservita ai soldi del padrone sionista.
“Tutto considerato, un isolazionismo tanto folle da spingersi fino al punto di fuggire dall’Europa si trova solo nel sionismo. Ma la filosofia che ne è alla base è di gran lunga più generale; a dire il vero, essa è stata l’ideologia della maggior parte dei movimenti nazionali del centro Europa. Essa non è altro che l’accettazione acritica del nazionalismo di ispirazione tedesca. Questo ritiene che una nazione sia un corpo vivente immortale, il prodotto dello sviluppo naturale e inevitabile di caratteristiche intrinseche; definisce inoltre i popoli non in termini di organizzazioni politiche, ma di organismi biologici superumani. In questa concezione, la storia europea viene scissa in più storie di altrettanti corpi organici senza rapporto tra loro e la grande idea francese della sovranità del popolo viene pervertita nelle rivendicazioni nazionalistiche di un’esistenza autarchica”. Così scriveva Hannah Arendt in Ebraismo e Modernità.
Il male è sempre banale. Solo il bene è profondo e può essere radicale, diceva altrove la stessa Arendt.
Ed è in questo silenzioso, invisibile, ma profondo confine dall'ingiustizia atroce ricevuta da un popolo inerme e martoriato, che possiamo tentare di mischiare analisi, commozione e sudari oltre le censure imposte e le risibili condanne di antisemitismo.
La nostra impotenza tuttavia temo rimarrà tale, perché purtroppo non sembra fare effetto su nessun politico quel cordone di vicinanza ai palestinesi, alle madri che piangono figli e a tutte le disgraziate anime innocenti che a Gaza stanno vivendo una tragedia incommensurabile.
Così, quando la fiducia nella giustizia umana diventa estremamente labile, penso rimangano solo l'attesa di un Giudizio che giungerà anche per i carnefici e tutti i loro indegni complici...ed una preghiera muta e profonda per chi sopravvive con la morte e la fame negli occhi.

Per stemperare queste cupe considerazioni, allego le foto dell'ultima conversazione avuta con Meta AI:















Se Meta AI avesse ragione, solo una protesta ampia, intensa e persistente, in grado da ricevere attenzione mediatica e sostegno internazionale potrebbe mettere un punto definitivo a questo orrore e garantire una lunga prigionia a Netanyahu ed ai suoi sodali ed assassini.
Che fare dunque? Non dare tregua, organizzare, pressare e sperare nei miracoli.
FREE PALESTINE!

Commenti