Nonostante la sentenza della Corte istituzionale di giustizia di venerdì, le forze israeliane intensificano gli attacchi contro Gaza.
Secondo la sentenza, Israele deve “fermare immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel Governatorato di Rafah, che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero portare alla sua distruzione fisica totale o parziale”.
Eppure, come leggo in quest'articolo La ICJ ordina a Israele di fermare la sua offensiva su Rafah, lungi dall'essere liberatoria, questa sentenza non sta provocando alcun effetto positivo, innanzitutto perché tra i palestinesi della Striscia di Gaza molti non hanno una connessione Internet, sicché nemmeno possono organizzare una reazione adeguata.
E poi, soprattutto, perché Israele continua a procedere ad oltranza il suo pianificato genocidio (solamente stanotte sono morti 64 palestinesi) senza che nessuna potenza nel globo riesca a fermarla.
Non sanno e dunque non possono? Sanno e non possono? Sanno e non vogliono?
La prima opzione è del tutto impossibile.
Del resto, anche dopo l' intervista di Francesca Mannocchi ai coloni sionisti, andata in onda ieri sera a Propaganda Live su La 7, nemmeno qui in Italia potremmo ignorare la questione.
Un sommesso, ipocrita "non lo sapevamo", insomma, non sarà mai accettabile.
Allora valgono le altre due ipotesi.
E quindi mi chiedo cosa diranno di noi un giorno.
Potremo davvero non ritenerci corresponsabili di questo massacro, che da 7 mesi , ormai, avviene quotidianamente a Gaza?
Ho immaginato una possibile pagina di storia scritta tra qualche decennio. Ma neppure il mio debole sarcasmo potrà contribuire a fermare questa mostruosa carneficina.
La vera Resistenza si combatte fuori dal web.
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