Impotenza e dolore

Nonostante la sentenza della Corte istituzionale di giustizia di venerdì, le forze israeliane intensificano gli attacchi contro Gaza.

Secondo la sentenza, Israele deve “fermare immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel Governatorato di Rafah, che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero portare alla sua distruzione fisica totale o parziale”.

Eppure, come leggo in quest'articolo La ICJ ordina a Israele di fermare la sua offensiva su Rafah, lungi dall'essere liberatoria, questa sentenza non sta provocando alcun effetto positivo, innanzitutto perché tra i palestinesi della Striscia di Gaza molti non hanno una connessione Internet, sicché nemmeno possono organizzare una reazione adeguata.

E poi, soprattutto, perché Israele continua a procedere ad oltranza il suo pianificato genocidio (solamente stanotte sono morti 64 palestinesi) senza che nessuna potenza nel globo riesca a fermarla.

Non sanno e dunque non possono? Sanno e non possono? Sanno e non vogliono?

La prima opzione è del tutto impossibile.

Del resto, anche dopo l' intervista di Francesca Mannocchi ai coloni sionisti, andata in onda ieri sera a Propaganda Live su La 7, nemmeno qui in Italia potremmo ignorare la questione.

Un sommesso, ipocrita "non lo sapevamo", insomma, non sarà mai accettabile.

Allora valgono le altre due ipotesi.

E quindi mi chiedo cosa diranno di noi un giorno.

Potremo davvero non ritenerci corresponsabili di questo massacro, che da 7 mesi , ormai, avviene quotidianamente a Gaza?

Ho immaginato una possibile pagina di storia scritta tra qualche decennio. Ma neppure il mio debole sarcasmo potrà contribuire a fermare questa mostruosa carneficina.


"Intanto l'Occidente organizzava la sua Resistenza su Facebook e tik tok, combattendo contro agguerriti algoritmi sionisti nella trincea del disgusto social.

Tra le raffinate armi dell'opinione pubblica europea vanno senz'altro ricordati i graffianti giudizi indignati contro la politica del primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu e contro le spregevoli dichiarazioni dei suoi adepti di proseguire senza indugi una pianificata opera di liberazione definitiva di Gaza dal popolo palestinese, curiosamente simile a quella soluzione finale che ottant'anni prima li aveva visti vittime di Hitler e dei gerarchi nazisti.

Meritano poi una menzione speciale all'onore occidentale le innumerevoli faccette arrabbiate, volte a manifestare sentita vicinanza ai palestinesi, dai quali tuttavia il popolo social europeo non poteva che essere ignorato, perché, abbandonato da tutti, quello palestinese continuava a morire.
Purtroppo nessun reel, nessun influencer coraggioso, né sofisticato emoticon lo riuscì a salvare.

Ma la coscienza europea era pulita.
Avevano lottato con tutto ciò che potevano per impedire un altro genocidio, i cui responsabili rimasero impuniti."
Dal manuale di storia futura



La vera Resistenza si combatte fuori dal web.



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