IN ATTESA DI UNA "PACE DISARMATA E DISARMANTE"

 Non credo che il popolo palestinese smetterà di morire grazie ad un nostro hashtag.

Quando penso ad un segnale forte di dissenso, quando penso alla Disobbedienza, penso a qualcosa del genere:




Tuttavia, tornata da una lunga giornata scolastica, ho appena pubblicato anch'io su facebook questo simbolo, perché almeno virtualmente si possa testimoniare e diffondere una sentita vicinanza alle vittime di un genocidio insopportabile, che segna il collasso della civiltà europea. Di quest'ultima, infatti, quella che mi auguro sia la maggioranza ad oggi rimane impotente, mentre una parte minoritaria- che, però, a conti fatti ha più potere di incidere nel corso della Storia- è complice di questa atrocità, che non troverà mai giustificazione possibile. 
E così onestamente non mi illudo- ma spero tanto di sbagliarmi- che questo modifichi alcunché, ma magari qualche frammento dello strazio disumano patito (video, immagine, intervista, lettura di poesia) giungerà anche nelle stanze di queste elite e, chissà, forse quelle disperate grida di aiuto commuoveranno qualche "Potente" che riuscirà a farsi illuminare dalle parole del neoeletto Papa nel suo discorso augurale di ieri.
E magari qualcuno potrà finalmente capire come per raggiungere questa "PACE DISARMATA E DISARMANTE" sia necessario fermare Netanyahu. Senza se e senza ma.

Perché non si può tollerare che migliaia di innocenti siano stati eliminati dalla faccia della terra perché palestinesi, né che tanti stiano morendo sotto i loro droni-bombe anche adesso e nemmeno che migliaia e migliaia siano costretti a vivere in questo preciso momento una tragedia incommensurabile, stremati dalla fame e dall'assenza di qualunque sostegno internazionale.

Non è antisemitismo pronunciarsi contro questo orrore. Si vergogni chi lo pensa!

Rompiamo il silenzio su Gaza e mettiamo a tacere le ipocrisie e le indegne accuse. Torniamo umani!
La Pace sia con noi!

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