SENTIRSI A CASA

  



Antichissime considerazioni 


 "Come deve essere bello vivere in una città dove non si è trascorsa l'infanzia. Dove le strade si sottraggono al pericolo della ripetizione, consentendo di mantenere uno sguardo e un passo sempre vergini e curiosi, mischiando nostalgia e attesa senza mai usurare i nervi in constatazioni amare di essere rimasti fermi, mentre gli altri correvano sicuri verso mete, immaginate sublimi.

Chissà che meraviglia riconoscere familiari dei posti in cui non si parla la lingua materna... E quale gioia ritrovarsi lucidi critici del proprio posto d'origine, che non cedono né alla sua condanna né alla sua idolatria, per amore della verità.

Esuli si diventa forse solo quando non ti senti più a casa da nessuna parte, perché ovunque, nella città natale, come nel più lontano atollo incontaminato, in realtà fuggi solo da te stesso. E, quindi, ciò che hai davanti lo misuri esclusivamente con il metro poetico del tuo tormento o con la superficialità del ritmo uniformato a quello nevrotico della società capitalista, che nulla apprezza e tutto guasta e imbruttisce.

Ma quando inizi ad abitare con profondità un luogo perché senti di essere accolto anche negli aspetti meno accettabili dalla tua implacabile coscienza, non hai che da abbandonarti al destino gioioso del flâneur e assaporare ogni giorno albe e tramonti che gli occhi distratti non cercano più.

Ed è allora che anche i posti e le strade che pensavi di conoscere a memoria tornano al centro della tua appassionata cura e comprendi quanto sia pericoloso trascurare la fenomenologia, che insegna come lasciare che accada la verità, mirando alle cose stesse.

 Non ho trovato finora altro modo per imparare a contenere lo smarrimento e sentirmi di nuovo a casa. 

Ma questo mi sa che vale solo per me..."


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Dopo tanti anni, aggiungo che per sentirsi a casa naturalmente sono essenziali fondamentalmente le presenze di amici e familiari, ma, al di là delle occasioni goderecce di questi giorni di festa, sarebbe bello riuscire a godere insieme a loro della città, riappropriarsi dei suoi spazi, tornare a sentirla casa, oltre la stanchezza ed anche la percezione di paura diffusa e che spinge a rintanarsi sempre più spesso nelle proprie dimore (e nei propri schermi).

Nascere a Palermo è una fortuna immensa e questo non andrebbe mai dimenticato. 

Vivendo qui, oltre ad attraversare scenari di abbandono e degrado che costringono ad interrogarsi sulla propria responsabilità nell'essere bravi cittadini impegnati attivamente- e non solo borghesi spettatori di scempi e tracolli, da commentare aspramente sui social-, si collezionano visioni sublimi di cieli, di piazze, palazzi e chiese di rara bellezza.

A Palermo possiamo godere di spettacoli mozzafiato a profusione, uno dei quali è sicuramente quello della Cappella Palatina:














    

Ma la bellezza andrebbe cercata, scoperta, conosciuta e custodita ogni giorno, per offrirci ogni volta un nuovo varco di salvezza.

Ammirare con gratitudine ciò che ci circonda, avvicinando chi amiamo alla rispettosa conquista (emotiva ed intellettuale) di queste meraviglie e quindi anche dello spirito intenso con cui osservarle e provare a raccontarle a chi ancora non le conosce, è in ogni caso uno dei tanti buoni propositi che mi impegno a portare avanti nel 2024.

Buon anno a tutte/i voi!
 Che sia un anno di gioiosa ricerca di familiarità, di Giustizia e di Bellezza, di curiosità e possibilità di fare ciò che davvero vi piace, per fiorire e rifiorire, malgrado il succedersi dei calendari!

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