CONSOLI-AMOCI

 Anche ieri sera Carmen si è confermata una stella, una dea piena di gloria, che rappresenta l'ideale incarnato di Cantantessa, cantautrice, poetessa, chitarrista e performer più virtuosa che offra il panorama musicale da molti anni. E non parlo solo di quello femminile. E forse nemmeno di quello solamente italiano.

 Carmen "voleva fare la rockstar" e ci è riuscita alla grandissima.

Come lei nessuna mai.

Al concerto l'esibizione di Elvis Costello ha deluso la maggior parte del pubblico perché le steccate e i vuoti della voce hanno suscitato più risa che ammirazione e gratitudine per avere davanti una delle stelle della Hall of Fame.

Il mio rapporto con Carmen inizia con la sua esibizione sul palco di Sanremo giovani nel novembre 1995 con quello che sento , ossia quando lei ha 21 anni ed io 13  ed ho appena iniziato il quarto ginnasio.

Dopo l'esibizione nel febbraio 1996 con "Amore di plastica" e quella dell'anno successivo con "Confusa e felice", non ho più dubbi che debba essere lei la mia guida musicale. 

 Gli album Due parole del 1996
 Confusa e felice del 1997

 Mediamente isterica del 1998


e Stato di Necessità del 1999

sono state la mia principale grammatica musicale negli anni di formazione. 

Ed io studiavo il modo migliore per dire le cose

in equilibrio sul filo delle mie stesse parole

(Uguale a ieri, 1997)

Ho imparato da Carmen ad affidarmi alle parole, a cercare di non cascare nella "voragine che divora e non restituisce", per indagare e custodire le mie emozioni, sondare la mia interiorità in modo talvolta/spesso un po' troppo stucchevole ed esagerato che mi ha costretto a soste prolungate che avrei potuto evitare, ormai lo so, ma quante volte "freddamente valutavo i miei limiti, i gesti avventati, le frequenti rinunce". E quante volte "ho trovato tutto l'oro del mondo nelle mie tasche" sentendomi però molto più stanca di lei, perché sicuramente molto meno rock.

Potrei citare praticamente tutti i testi di Carmen fino al 2001/2003 a memoria, ha influenzato profondamente la mia sensibilità e ho ritrovato nella sua un varco per proteggermi dalla massa indistinta delle percezioni senza valore.

Poi i suoi interessi si sono raffinati superando i confini dell'intimità, denunciando violenze e mortificazioni e mostrando una vocazione politica che, personalmente, ritengo fosse presente fin dalle origini, senza mai perdere le radici siciliane, facendo anzi un lavoro strepitoso sul "cunto" della Balistreri e sul dialetto che la rende unica, inconfondibile e sovrana. Ma la mia memoria non è stata più tanto abile da registrare tutte le altre sublimi canzoni, incidendole perennemente nel mio pantheon interiore. Ci lavorerò.

La sua maturità in ogni caso oggi è piena, trabocca, incanta e seduce anche gli scettici.

Grandissima Carmen, a te va tutta la mia gratitudine per sempre.


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