15 luglio, Santa Rosalia
In principio era la differenza
E la polvere, l’argilla, la
materia ruvida e senza poesia
In principio erano magma e
ghiaccio,
acqua ed erba, radici e pesci,
firmamenti stellati ed infiniti
silenzi
o forse una perenne musica
celeste, non destinata a noi
In principio non c’eri tu e non c’ero
io
La nostra comparsa è un enigma
indecifrato
La nostra estinzione una certezza
che oggi rincuora
Ricordiamo una storia che è fabula
e mai episteme
senza principio ma con una fine
Semiretta a ritroso,
Infinita come l’ignoranza
Imprecisa come l’umanità
Con geniali creazioni,
Straordinarie scoperte
E disseminazioni a perdere.
Andremo via dissolvendoci piano
piano
Inghiottiti da un pianeta maltrattato
Irredimibili e senza vergogna.
Tracce di civiltà si presteranno
ad equivoci intollerabili,
distorsioni di un senso che mai c’è
stato
E il nichilismo compiuto
nell’assenza di pietà
non farà paura a nessun umanoide,
senza più memoria e sensibilità da
decenni
Cosa resta?
Ciò che si era: il Nulla.
Così si compie l'età della tèchne.
Se ci fosse Giustizia,
salvezza per i cuori innocenti
per i martiri traditi a Gaza,
per le innamorate, i viaggiatori
per le badanti e i traduttori,
per migranti, perseguitati e straziati,
per lǝ offesǝ di ogni etnia e religione
Lì dove c’è stata resistenza,
opposizione, trauma
Mentre dilaga l'impotenza ipocrita, che annienta
il riscatto
Di un’Europa collassata sotto il
giogo
dei suoi stessi ideali di purezza e adorazione tecnofila.
Può una donna interrompere la rovina
e rimembrare la via Maestra?
"Ai posteri l'ardua sentenza"
(se non umani, neanche quella!)
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