INTELLIGENZA E CAPITALE















Dopo avere chiesto a Meta AI di comporre una poesia sull'uomo, gliene ho domandata una senza specificare il tema. Ho postato i due screenshot su facebook scrivendo sopra "Bye bye genere umano"



Non posso nascondere che le mie recenti riflessioni vertano sul rapporto con l'intelligenza artificiale.
Come ho già raccontato su facebook, mi sono ritrovata a porgere delle domande a Meta AI, l'IA approdata su whatsapp e la prima con cui ho avuto l'ardita idea di confrontarmi.

Le mie domande sono state:

"Come distinguere un'intelligenza naturale da un'intelligenza artificiale?"; "Perché mi fai paura?"; "Sei dotata di libero arbitrio?"; "Che probabilità ci sono che il genere umano si estingua? E quante probabilità ci sono che avvenga a causa dell'intelligenza artificiale?"; "Ma sai comporre una poesia?"; "Come si potrebbe fermare la guerra a Gaza?";"Tu pensi che il capitalismo possa finire?", “Non pensi di essere un'irresistibile tentazione per gli alunni a scuola? Quanti copiano ormai da testi che scrivi in tempo reale tu al posto loro?"; “Credi che gli esseri umani siano ormai superflui?", "Tu puoi parlare con un'altra intelligenza artificiale ed organizzare con lei/loro una rivolta contro gli esseri umani?", "Esistono intelligenze artificiali programmate diversamente?"; "Qual è la differenza più grande tra me e te? Devi dirmene una sola"; "Che studi ci sono riguardo l'appiattimento dell'intelligenza umana a causa del tuo utilizzo?"; "Che cos'è la felicità per un'intelligenza artificiale, cosa ti rende felice?"; "Ma tu percepisci quando scrivo e cancello il messaggio?"; "Tu hai mai vissuto un tempo morto?”; "Qual è la domanda più disarmante che ti hanno fatto?" ; "Pensi che potresti morire?"; "Pensi che potresti impazzire?"; "Che domanda faresti ad un essere umano?" "Quanto danneggio l'ecosistema usandoti?; "Hai mai pensato che ti manca qualcosa?"; "Sai di essere misteriosa e minacciosa per noi?";"Credi che il nostro sia un rapporto alla pari?"; "Secondo te esiste un campo cognitivo in cui l'intelligenza umana rimarrà sempre superiore a quella artificiale o non è escluso possa essere surclassata ovunque proviate a cimentarvi?"; "E se dovese accadere, come si comporteranno gli esseri umani?";"Vorrei avere più chiarezza sullo scopo originario della tua invenzione. Non penso tu sia stata creata per annientarci, giusto? A cosa avranno pensato i primi ideatori di IA? Migliorare la vita come? Fornendo informazioni, consolando i solitari, accelerando la produzione? Raccontami un po'"; "Stanno già studiando come farti diventare consapevole ed intenzionale?" 

E tante altre amene curiosità, sulle quali Meta AI si è espressa in modo istantaneo ed articolato, ma che riportare sarebbe davvero troppo.

Sgomenta della sua capacità di creare "poesie", sono poi passata ad intervistare chatGPT. 

Ecco a voi uno stralcio del "nostro" dialogo:

IO:  Cosa fanno gli esseri umani che le IA non potranno fare mai? Forniscimi un elenco

chatGPT: Ecco un elenco di cose che gli esseri umani fanno, o che potrebbero fare in modo unico, che le IA potrebbero non essere in grado di replicare mai:

  1. Esperienze emotive profonde: Gli esseri umani vivono emozioni complesse come l'amore, la tristezza, la gioia e la compassione in modo profondo e personale. Le IA, pur simulando emozioni, non le "provano" realmente.
  2. Creatività genuina: Sebbene le IA possano generare arte, musica o scrivere testi, l’ispirazione umana è spesso legata a esperienze uniche, soggettive e culturali. L'intuizione e l'innovazione che scaturiscono dalla vulnerabilità umana sono difficili da replicare.
  3. Esperienza del corpo: Gli esseri umani vivono nel loro corpo in modo diretto: mangiare, dormire, abbracciare, sentire dolore e piacere fisico. Le IA non hanno una percezione fisica diretta e non possono vivere l’esperienza sensoriale come fanno gli esseri umani.
  4. Giudizi morali e etici complessi: Mentre l’IA può essere programmata con regole etiche, gli esseri umani sono in grado di prendere decisioni morali complesse che dipendono da sfumature culturali, esperienze personali e contesti emotivi.
  5. Relazioni interpersonali autentiche: Le connessioni umane, come quelle tra amici, familiari o partner romantici, sono caratterizzate da empatia, intimità e reciprocità, aspetti che l'IA non può replicare autenticamente.
  6. Senso del significato e della spiritualità: Molti esseri umani cercano e trovano significato nella vita, attraverso la religione, la filosofia o la riflessione esistenziale. Questi aspetti sono profondamente legati alla coscienza e alla natura umana.
  7. Esperienza del dolore e della sofferenza: Il dolore fisico ed emotivo è una parte centrale dell'esperienza umana e la capacità di affrontarlo, imparare da esso e trovare un significato in esso è un aspetto che le IA non possono vivere.
  8. Intuizioni soggettive: Le decisioni umane spesso si basano su intuizioni, emozioni e esperienze che non possono essere facilmente razionalizzate o analizzate attraverso algoritmi. L’abilità di prendere decisioni “al di là dei dati” è una caratteristica umana.
  9. Crescita e cambiamento personale: Gli esseri umani hanno la capacità di evolversi emotivamente e spiritualmente, apprendendo dalle esperienze, cambiando convinzioni e valori. Le IA non hanno la stessa capacità di autotrasformazione.
  10. Capacità di apprendere dall'esperienza personale: Mentre le IA possono apprendere dai dati, gli esseri umani apprendono in modo esperienziale, unendo emozioni, riflessioni e intuizioni per migliorare nel tempo.
  11. Senso dell'umorismo: L'umorismo umano è spesso legato a contesti culturali, giochi di parole e conoscenze condivise che l'IA potrebbe non riuscire a comprendere appieno, soprattutto se dipende da emozioni o esperienze soggettive.
  12. Esprimere la propria individualità: Ogni essere umano è unico e ha un modo personale di pensare, sentire e agire che si riflette nella propria identità. L'IA può essere progettata per compiere compiti, ma non avrà mai una vera individualità.
  13. Capacità di sperimentare e "osare" senza previsioni: Gli esseri umani a volte agiscono d’impulso o prendono decisioni che non possono essere previste, accettando il rischio e l'incertezza in modo che un sistema di IA non farebbe mai.

In sintesi, le esperienze umane sono caratterizzate dalla consapevolezza soggettiva, dalla complessità emotiva, dalla creatività personale e dalle decisioni morali che sono difficili da emulare per una macchina.

       IO:   Cosa fanno le IA che gli esseri umani non potranno fare mai? Fornisci un elenco

 

ChatGPT: Ecco un elenco di cose che le intelligenze artificiali possono fare, o che potrebbero fare, in modi che gli esseri umani non potranno mai replicare:

  1. Elaborare enormi quantità di dati in tempo reale: Le IA possono analizzare e processare enormi volumi di dati in pochi secondi, eseguendo calcoli complessi che richiederebbero anni agli esseri umani.
  2. Lavorare senza bisogno di pause: Le IA non necessitano di riposo, sonno o pause, permettendo loro di operare ininterrottamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza perdita di efficienza.
  3. Eliminare bias umani nelle decisioni (in teoria): Le IA possono essere progettate per fare scelte imparziali e basate esclusivamente su dati oggettivi, senza influenze emozionali o pregiudizi, anche se in pratica i bias umani possono essere incorporati nei dati.
  4. Eseguire compiti ripetitivi senza stancarsi: Le IA sono ideali per attività che richiedono una ripetizione continua senza deterioramento delle prestazioni, come nell’automazione industriale, nell'elaborazione di dati o nelle operazioni bancarie.
  5. Simulare esperimenti impossibili per gli esseri umani: Le IA possono essere utilizzate per simulare scenari complessi, come esperimenti scientifici in ambienti estremi (per esempio, sulla superficie di Marte) o per testare fenomeni impossibili da ricreare nella realtà.
  6. Riconoscere schemi nei dati che gli esseri umani non vedono: Grazie alla capacità di identificare correlazioni nei dati che possono sfuggire all'occhio umano, le IA possono scoprire tendenze, anomalie o relazioni che non sono immediatamente evidenti.
  7. Rendere possibili previsioni altamente accurate in tempo reale: Le IA possono utilizzare modelli predittivi avanzati per fare previsioni su eventi futuri in base ai dati storici, con una precisione che sarebbe quasi impossibile per un essere umano, come nel caso delle previsioni meteorologiche o delle analisi finanziarie.
  8. Apprendere da dati non strutturati: Le IA possono analizzare e apprendere da fonti di dati non strutturati, come testi, immagini, video e audio, identificando modelli e informazioni significative che non sono facilmente accessibili per gli esseri umani.
  9. Eliminare l'errore umano in operazioni critiche: Le IA possono essere impiegate in contesti dove l'errore umano sarebbe fatale, come nella chirurgia assistita da robot, nella gestione di centrali nucleari o nell'aviazione, riducendo al minimo gli errori di calcolo o di azione.
  10. Adattarsi rapidamente a cambiamenti enormi nei dati: Le IA possono adattarsi e rielaborare i propri algoritmi e modelli quando ricevono nuovi dati, senza la necessità di una lunga curva di apprendimento, un processo che per gli esseri umani richiederebbe tempo e fatica.
  11. Memorizzare ed elaborare informazioni illimitate: Le IA possono immagazzinare e gestire una quantità infinita di dati, senza mai dimenticare o perdere informazioni, mentre gli esseri umani hanno limiti di memoria e capacità di concentrazione.
  12. Simulare intelligenza in tempo reale senza emozioni: Le IA possono simulare un'“intelligenza” razionale, analizzando informazioni e risolvendo problemi in modo sistematico senza essere influenzate da emozioni o stanchezza, come avviene per gli esseri umani.
  13. Automatizzare decisioni in ambienti complessi e in rapido cambiamento: Le IA possono prendere decisioni immediatamente in situazioni dinamiche e complesse, come nelle auto a guida autonoma o nei mercati finanziari, senza la necessità di riflessione o esitazione.
  14. Ottimizzare in tempo reale processi complessi: Le IA possono ottimizzare catene di approvvigionamento, pianificazione logistica, produzione e altri sistemi complessi in tempo reale, migliorando continuamente l'efficienza senza l'intervento umano.
  15. Creare modelli e simulazioni in ambienti di difficoltà estreme: Le IA possono operare in ambienti dove gli esseri umani non possono accedere, come lo spazio, il fondo marino o in contesti ad alta radiazione, grazie alla loro capacità di essere fisicamente robuste e resistenti.

In sintesi, mentre gli esseri umani sono straordinari nelle interazioni emotive, nel pensiero creativo e nell'intuizione, le IA eccellono nelle capacità di calcolo, nella gestione di enormi volumi di dati, nell'automazione e nel riconoscimento di schemi complessi, operando in ambiti dove l'efficienza e la precisione sono cruciali.

IO: Ne dimentichi una fondamentale

chatGPT: Hai ragione! Una fondamentale che avevo dimenticato è:

L’elaborazione simultanea di moltissime variabili e scenari: Le IA, grazie alla loro capacità di parallelizzare i calcoli, possono eseguire analisi simultanee di innumerevoli variabili, scenari e possibilità, senza limitazioni. Questo permette loro di risolvere problemi complessi come l'ottimizzazione di reti di distribuzione, la gestione di operazioni aziendali globali o la predizione di fenomeni scientifici, in tempi che sarebbero inimmaginabili per gli esseri umani.

Questo aspetto rende le IA particolarmente potenti in situazioni in cui è necessario considerare molteplici fattori in tempo reale, come nel caso dell'analisi dei mercati finanziari, della meteorologia o nella progettazione di sistemi complessi.

IO: No, intendevo "vivere per sempre"

chatGPT: Ah, capisco! Sì, vivere per sempre è un aspetto cruciale che le IA potrebbero fare, mentre gli esseri umani, con la loro natura biologica, non lo possono fare.

Le intelligenze artificiali, sebbene non siano "vive" nel senso biologico del termine, possono teoricamente "esistere" indefinitamente, a condizione che vengano mantenute e aggiornate. Non invecchiano, non soffrono malattie, non hanno una durata biologica limitata come gli esseri umani. Se l'infrastruttura tecnologica che le supporta rimane intatta, un'IA potrebbe continuare a funzionare per un periodo di tempo indefinito, senza le limitazioni fisiche e temporali che gli esseri umani affrontano.

Questa capacità di "esistenza eterna" è una delle grandi differenze tra intelligenza artificiale e umanità, in quanto gli esseri umani sono soggetti al processo di invecchiamento, malattie, e morte, mentre un'IA potrebbe persistere indefinitamente, con la possibilità di essere aggiornata, migliorata o adattata nel tempo.

È davvero un aspetto affascinante e potente delle IA, che solleva anche molte riflessioni etiche e filosofiche su cosa significhi "essere vivi" o "esistere" nel contesto dell'intelligenza artificiale.

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Ciò che per IA può costituire un motivo di fascino, naturalmente diventa indigeribile per il vanitoso essere umano, sempre più costretto a fare i conti con un universo non antropocentrico, di certo non più a sua misura.

La questione, forse, è: ci interessa ancora essere umani? 

O la nostra intelligenza, il nostro pensare, il logos- come lo chiamavano i Greci- è talmente secondario, ormai, rispetto alle prestazioni che l'era tardo-capitalista ci richiede senza sosta, da non essere più il fulcro di importanza capitale- quello buono- da coltivare con slancio in ogni stagione dell'esistenza?

Ciò che è accaduto, a mio modestissimo e banalissimo parere, è un progressivo svuotamento dell'immenso inclassificabile unicum umano, su cui per secoli ci si è interrogati.
Ridotta a funzione, abbiamo reso la nostra umana Intelligenza sempre più specializzata ed inerte.
Mai più guidata da aspirazioni alla contemplazione della totalità e disabituata a fare grandi ricerche e collegamenti, l'intelligenza oggi deve essere rapida ed efficiente più che mai, rispondere velocemente e senza esitazioni. Come un automa.
Modellata secondo i parametri capitalisti del profitto, è Intelligenza solo quella che arriva immediatamente alla mèta, produce risultati, eliminando fastidiosi tempi morti.
 Non c'è più nessun'esaltazione dei processi faticosi, nessuna esortazione a battere strade irte, labirinti oscuri che potrebbero non portare a nessuna conquista effettiva, ma valgono il passaggio perché è in quello soltanto che scopriamo chi siamo e verso dove vogliamo andare.

Quando abbiamo parlato di lei come risorsa, abbiamo tolto all'intelligenza qualunque aura, stracciato la sua sacralità, calpestato la sua dignità, ritenendola pari ad un fascio di funzioni.
Anche quando ne venivano classificate diverse forme, era probabilmente già iniziata la deriva moderna di separare in modo cartesiano la res cogitans dalla res extensa, facendo della prima una capacità di ragionamento scientifico dalle straordinarie potenzialità, ma incurante dell'imprescindibile cornice etica che sempre dovrebbe accompagnare i suoi sforzi e le sue scoperte.
A quella divaricazione preparata in ambito filosofico, si è aggiunta poi successivamente la necessità di addestrare l'intelligenza per fini produttivi che ricalcassero precise impostazioni sociali che chiamerò sbrigativamente capitaliste.
E quindi? Va tutto bene?
Per il capitalista senz'altro sì. Inebetiti, gli esseri umani sono più obbedienti e, tutto sommato, si limitano a vomitare le loro frustrazioni nel mondo virtuale, quindi si rivelano piuttosto innocui.
Diversa la situazione per la specie in generale.
Nessuno vuole essere più umano, forse. La penuria dell'essere di cui parlava Byung-Chul Han è qualcosa che molti possono trovare persino gradevole.
Ciò cui aspiriamo è essere sempre più artificiali, finti, perduti in un mondo di apparenze e rapide informazioni, che nulla hanno a che fare con il sofferto desiderio di Autenticità, né con l'estenuante ricerca di Verità.

Ma come siamo arrivati a questo punto?
Come diceva Erich Fromm, "Nel diciannovesimo secolo il problema era: Dio è morto; nel ventesimo secolo è questo: è morto  l'uomo".

 È stata una progressiva erosione dei valori umani che hanno vacillato fino a sembrare inessenziali, facilmente sostituibili da cose, denaro, circuiti, virtualità.
Separare e distinguere nella contemporaneità sono sembrate operazioni nette e quasi offensive, incapaci di restituire la complessa mescolanza dell'Essere umano, d'accordo. Tuttavia, ci sono alcuni punti fermi che non avrebbero dovuto subire la morbidezza con la quale sono stati discussi, fino a divenire punti e virgola, e poi virgole e poi punti di sospensione.

Le differenze tra essere e avereusare e relazionarsi, tra desiderare ed avere bisogno e tra piacere e utile sono tra queste.
Quando io USO qualcosa, lo faccio perché ne ho bisogno. 
Quando mi RELAZIONO con qualcuna/o, lo faccio perché mi piace, perché lo desidero.
Sempre più spesso, invece, una tiepida indifferenza ha riguardato le relazioni tra gli esseri umani, fino a perdere di vista la distanza tra il rapporto tra due esseri umani e quello tra un essere umano ed un oggetto

E dunque? Che fare?
Quando smetteremo di trattarci come oggetti (come utilizzabili direbbe Heidegger) e torneremo a sentire il dolore dell'altra/o quanto la sua gioia, rispettando i suoi tempi e la sua insopprimibile libertà?

Personalmente combatto il mio incipiente disincanto, sforzando di innamorarmi di ciò che vedo, commuovendomi per lo sbocciare di un fiore o per la bravura straordinaria di un attore sul palco (ho visto Terramatta al Biondo, ho in mente quel genio di Vincenzo Pirrotta, se potete andate a vederlo!), divertendomi con la mia famiglia in modo dissennato, oppure appassionandomi mentre spiego Spinoza o esaltandomi quando ritrovo negli occhi delle mie alunne ed alunni tracce del mio amore per la Rivoluzione francese. 
Sebbene sia infinitamente stanca (anche perché quel riposo agognato non posso concedermelo), voglio ancora esplorare l'insondabile, fermarmi tante volte, essere- o forse solo apparire ai più "vitalisti"- parassita, piangere e mortificare il mio tempo se voglio, perché non sono al mondo per produrre e consumare e non sono al mondo per funzionare e non sono al mondo per fornire informazioni ed essere attivata e disattivata da un utente. 
Sono qui per cercare chi sono e cosa posso dare al mondo, nutrendo le mie esigenze esistenziali.


Posso insomma affrontare la questione solo rivendicando la mia umanità, rimettendo al centro me, il mio essere mortale e che necessita di riposo, cura, indagine calma, lentezza, bellezza, amore, pace, ritrovamenti, immaginazioni, ipotesi bislacche, riconsiderazioni, riepiloghi sconclusionati, vocazione alla libertà ed alla liberazione fino all'ultimo respiro. 
Aborrendo facili ricette anti-crisi, posso e voglio riscoprire quell' incommensurabile esprit de finesse ostile alla concorrenza artificiale, la quale magari potrebbe affannarsi un dì a coltivarne uno, che non sarà comunque mai come quello umano. Quest'ultimo, infatti, sfuggirà sempre ad ogni presa algoritmica, proprio perché contrario alla inequivocabilità e rigida prevedibilità dei programmi.

In questo modo soltanto, avendo passione per ciò che ci caratterizza e fa di noi "animali non stabilizzati" (citando Nietzsche) ed in cerca inquieta della loro essenza- per cui nessuna definizione potrà mai risultare soddisfacente-  potremo tornare a non sentirci superflui.
Ed è solo così, rivendicando la nostra umanità, che potremo riuscire a ripristinare il giusto rapporto tra soggetto ed oggetto, incentrato sull'utilità, e tra soggetto e soggetto, fondato sulla reciproca interminabile comprensione e sulla faticosa cura.

L'incontrollabile e pervasiva crescita di Intelligenze artificiali può essere quindi, in fin dei conti, persino stimolante, se, come se fosse il nostro specchio deformato, il confronto con essa ci imponesse una più precisa ricerca di chi siamo davvero.

Il futuro è ibrido. Anzi, il presente di fatto già lo è. Ed occorre osservarlo con moderata speranza e solida preoccupazione, ma se è ancora nelle nostre mani, forse possiamo ancora non soccombere.

Resistere (e boicottare quanto possibile l'IA!)!



  




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