"Poesie" nate in solitudine e perciò decisamente lamentose.
Perché non può dirsi sempre vero che chi è solo è in ottima compagnia!
Sprofondare nell’incanto
Dolenti e muti.
Come scirocco
Deformare la lucidità,
Seguitando nell’incessante astrazione
Che dal Mondo allontana
Mentre più ce lo avvicina.
I social non sono poetici
Né di accettabile compagnia.
Nessuna tigre
Accetta la reclusione,
Inseguendo l’insignificante preda
Raggomitolata nella Savana
Che dal Male la protegge
Mentre più la divora.
Note a margine
Nacqui e rinacqui dal caos e dal privilegio
Partorita e rigenerata
Formata e deformata
Da sogni ed esperienza
Per cogliere progressi non basta alcuna scienza
Di errori non ne conto
I vizi non li elenco
È stato un bel groviglio
A tratti assai sbilenco
Più noia che saggezza
Porta la maturità
Se avessi più energia
Quanta disonestà!
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Appartarsi
Con rispetto privo d'ansia di profitto, ormai dimenticato
Mi rivolgo al mio passato che non è mai passato:
Carte illeggibili, densi appunti e tortuosi frammenti
di Aristotele, Heidegger, Marcuse e Derrida
dimostrano all'ego ed ai suoi irritanti lamenti
quanto sia ingenuo sentirsi novità.
La memoria frana, come sughero si sbriciola
Mentre fuggo dai tentacoli di un sociale che mi isola.
Appartarsi per salvarsi
Forse è solo un’illusione
Ma ci vogliono dei varchi
per sopportare la prigione.
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Pensieri di bambagia
Arduo godere il presente
Se l’idolatria dell’altrove
Avvelena la mente
Come soffocate, menti occidentali borghesi!
Tutto è un lamento, troppi i futili pesi.
La vita vi scorre
con ansia che inquina
E l’estetica scialba
Non allevia rovina
Solo il duro lavoro è capace di salvare
L’animale che siamo
Il cui destino non può mutare.
Risparmiarsi fatica rende molli e immaturi
Coltivate nell’aria i vostri piani futuri
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Zavorre
Raccogliere il passato
Nei gesti, nelle scelte
Negli snodi della coscienza
Maturare visioni
Cadute forse dal cielo
Dove insieme mi osservano
Abbracciati e curiosi
I miei angeli benedetti
È davvero indispensabile soffrire per imparare a vivere?
La gioia svela il mondo.
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De-composizioni
Carcasse baciate dal vento
Nella ghiaia argentata e impaurita
Resti di vite trionfanti
Che nessun umano cantò.
Nel mondo dopo l’uomo
Non ci sarà nessuna lotta per la sopravvivenza.
Automi e replicanti
tireranno un sospiro di sollievo
liberati dal più inquietante animale
comparso sulla terra.
L'età della techne
sarà senza Storia
Ma anche senza guerra.
...
Hybris
Quanto sono grandi i sogni dell'umano!
Sfiora ardito monti e stelle
Ed unisce chi è lontano.
Per sfidare la caotica Babele
Le distanze ricompone
Con l'ingegno e con la tele.
Ma se pervaso da tracotanza
Troppi ostacoli salta sprezzante
Ogni grazia ad un tratto perde
Tornando fiacco, tonto e pesante.
Stare buono, in silenzio nella stanza!
Abbracciare gli alberi, sudare e cercarsi!
Interrompere la tecnoderiva:
Tornare ad amarsi!
Solo così non cederà al Niente
Quella carica inventiva
Che può renderlo potente.
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