cadute nell'abisso

 


Raccolta asistematica di impressioni lasciate in un colloquio immaginario con me stessa su whatsapp!



22/2/2025

Sul treno per Bagheria alle 7.30:

Ridotta a cercarmi in un cellulare, ho perso contatti profondi con rugiada, trifogli e licheni

 

Si torna ad impazzire negli anni Venti


Di tutte, la Storia è la maestra più scarsa

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La comunicazione si è adeguata alle nostre vite frenetiche e disumane. È tutto un frammento, un moccio, uno sputo. Non c'è tempo per approfondire niente. Frame su frame. Istante su istante. Nessun filo narrativo, un puntillismo senza figura finale

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"Non siamo i depositari della verità, né di tutta la sapienza del mondo, e dobbiamo imparare giorno per giorno, e nel momento in cui smetteremo di apprendere, o crederemo di sapere tutto, o avremo perso la capacità di capire il popolo e la sua gioventù, quello è il momento in cui avremo smesso di essere dei rivoluzionari.", Che Guevara

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Gesti condivisi non fanno che alimentare pericolose imitazioni. Ignorarli non è sottovalutarli, ma inquinare con la loro follia uno spazio che si presta per natura al fraintendimento com'è quello virtuale, rende complici del dilagare della deriva nera

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Prima ancora di metterci in ascolto dobbiamo saper fare silenzio dentro di noi, far tacere le tante parole che giudicano, che stigmatizzano, che interpretano, che a tutti i costi vogliono trovare soluzioni veloci. Le parole che presumono di aver già capito senza prima aver affiancato, condiviso, amato. Solo da questo silenzio può nascere l’ascolto, un silenzio che è spazio, apertura all’altro. Un silenzio che ci permette di cogliere verità che altrimenti resterebbero celate per sempre. Solo allora capiremo che ascoltare non è solo porgere l’orecchio ma aprirci al mondo che ci circonda.

Simone Weil

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Ritrovarsi

Radici, tornare indietro, amando silenzi ed osservando dentro di sé traiettorie, sentieri, presentimenti e tante virtù perdute, messe in crisi dall'assenza di comprensione

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Sanremo ennesimo distrattore di massa. Le questioni sono urgentissime e le canzonette non aiutano ad adottare la complessità,  anzi la riducono.

E tuttavia lo guarderò anch'io

L'incoerenza non è una questione borghese, ma una naturale debolezza umana

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"Gli uomini e i loro simboli sono diseguali nella vita e anche nella morte"

Antonio Buttitta nella conclusione del bel saggio che chiude "Babbo Natale giustiziato "di Claude Lèvi-Strauss

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Siamo la nostra educazione. Siamo anche la nostra buona o cattiva stella che ci fa nascere in luoghi disastrati o sviluppati, ben governati o soggetti alla tirannia, assediati da catastrofi climatiche o risparmiate e magari addirittura baciate dal Sole.

Il diritto di scappare non è concesso a tutti

La maggioranza della popolazione mondiale nasce nella merda e nella merda muore.

Il riscatto è raro, faticoso ed assistito da molteplici fattori che possono renderlo effettivo

A tutto questo si aggiunge che anche qualora le disuguaglianze sul piano oggettivo venissero rimosse e potessero esistere uomini e donne liberi/e e circondati/e da contesti positivi, di pace e tranquillità, non si può trovare comunque una formula che garantisca a ciascuna/o la felicità. Perché l'interiorità non è colonizzabile da nessuna dottrina (per fortuna) ed ogni essere umano conosce la tragicità della sua libertà di essere felice o angustiato tutta la vita.

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Se conoscere è ricordare, pensare che cos’è? Si rivolge ad un passato o prova ad immaginare un futuro? Perché ci sono tante fasi di confusione in cui sembra che la mente sia totalmente vuota, in affanno, perché incapace di direzionare la sua attenzione su ciò che conta davvero sviscerare, come questione che merita interesse e a cui non ci si deve permettere di negare il proprio impegno intellettuale?

Penso che queste sarebbero considerate “paranoie”. Sono pesante per chiunque, persino per me stessa. Ma sono parecchio più leggera se penso a chi sono stata!

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"L'insegnamento è sempre qualcosa che va oltre la cosa insegnata, eccede e supera i contenuti di ogni scienza", premessa a Florenskij

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Su M

Sventurato l'uomo che non conosce i propri limiti, dice un Mussolini ancora non duce

Sembra uno confuso, frustrato, pronto ad essere manipolato dai proprietari terrieri giudicati vampiri pur di avere piccioli

È un uomo che ha fame, rabbia e considera necessaria la violenza

Gli eventi precipitano, rinnegare il socialismo avviene quasi come se non fosse stato pianificato

Goliardia, cori, esaltazione violenta marinettiana

Pare che facciano tutto solamente i suoi sodali e lui sia pensoso e contrito nel dare fuoco al suo passato rosso

Fronte rapporto con il femminile,  esce orribile com'è stato fin dalla prima immagine

il popolo piccolo borghese che diventa arma ricattatoria, dopo i reduci, per ottenere consenso nel portare avanti la sua reazione ...contro il socialismo, questo è il passaggio fondamentale , quando va via Marinetti che lo aveva appoggiato nei salotti di Margherita


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SOCRATE

vita, filosofia come missione

 la parola non per partecipare alla vita pubblica, irrequieta ricerca, àtopos, senza luogo, senza posa, senza una connotazione univoca che possa restituircelo interamente. Pur cercandola, era contrario alla definizione, quindi non possiamo dargliela. Socrate é il filosofo dell'indagine continua, incessante, che non ha paura di sfidare nulla. Socrate è l'emblema del pensiero che va contro tutti senza paura.

Nel mio immaginario è stato a lungo il filosofo per eccellenza, fiero, coraggioso, che vuole cambiare il mondo mettendo in moto processi personali di rigenerazione. Chiunque si avvicinava a lui subiva un fascino straordinario, si sentiva stordito ed intossicato, messo al muro nella sua ignoranza ma riusciva, nell'intento di Socrate, poi a partorire un pensiero nuovo.

 Il parto, la maieutica, riuscire a far partorire agli uomini la verità. Oracolo di Delfi, il non sapere. Perché Socrate è considerato il più sapiente degli uomini? Perchè sa di non sapere

Punti di contatto con sofistica la ricerca sull'uomo, l'atteggiamento spregiudicato e l'inclinazione verso la dialettica; differenza amore per la verità e la ricerca di superare il relativismo, d'accordo.

Ma forse hanno ragione Aristofane e Nietzsche. 

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Il mio debito nei confronti di Platone

Cosa gli devo

Politica come impegno per la polis

Amore per l'amore

Amore per le idee

Amore per la bellezza 

Amore e diffidenza per la scrittura

Amore per la verità

Insofferenza per l'ingiustizia


Non condanno arte come Platone però e non ho  per fortuna una visione così folle (figli venuti male buttati dalla rupe tarpea)

Ma forse perché sono nata secoli e secoli dopo

Non solo l'intera storia della filosofia è nota a piè di pagina del suo pensiero, ma la mia stessa vita

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ultimo giorno prima delle vacanze natalizie 2024.

Attraversare vacanze trattandosi con rispetto, fuori dall'imperativo categorico dei nostri tempi "consuma e sfinisciti nell'immondizia", costruito sul postulato che descrive una nuova verità sull'essere umano: "consumo, dunque sono."


Credo in altri percorsi di resistenza, perché li sperimento come possibili tutti i giorni in classe.

L'augurio che mi ha fatto un allievo è "buon archè di anno nuovo"

Magari fosse sul serio un nuovo cominciamento, che inverta la rotta e ci convinca tutti dell'esigenza imprescindibile non tanto di restare, quanto di tornare umani.

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Chissà cosa direbbero il vento la terra il fuoco le piante di noi

Non abbiamo fatto stare bene altro che noi stessi, abbiamo asservito ogni specie vivente al nostro indiscutibile potere. Ci siamo creduti Dei, senza osservarci mai a partire dai fossili, dai vegetali, dalle stelle.

E così abbiamo creato questo non mondo, colonizzato al punto da non essere più abitabile 

Perché non era destinato solamente a noi 

La prova della nostra capacità di condurre una vita buona sulla terra l'abbiamo fallita

E stiamo tentando da decenni di rimanere malgrado il fallimento venga ripetuto di minuto in minuto.

Quale specie prenderà il sopravvento? Chi verrà dopo la nostra estinzione? Sicuramente questa avverrà. E bisogna imparare ad accettarlo. 

Siamo gli ultimi umani

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Quando si invoca un nuovo umanesimo si commette il solito errore

C'è la condotta di cui ciascuno è responsabile e che è importante torni umana perché non siamo affatto più umani, e, a riprova della nostra disumanità, nemmeno ce ne rendiamo  più conto.

Significa che ognuna ed ognuno può opporsi alla rotta, rivendicare spazi di defaillance, esercitare diritti allo smarrimento, alla confusione ed alla pratica dissennata del desiderio di silenzio, sacralità, Amore, Bellezza,  Giustizia, senza più sentirsi ebete da infarcire di pillole o parassita che interrompe la feroce catena che esige produzione e consumo senza misura.

Riconoscere che non è il proprio passo ad essere inadeguato, ma quello suggerito come l'unico da adottare nel sistema tardo capitalista occidentale significa tornare ad avere fiducia nelle proprie possibilità di incedere in maniera alternativa, battendo strade non seguite dalla massa.

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I percorsi sempre identici che l'autista del bus fa ogni giorno e più volte al giorno forse non gli consentiranno  di maturare un amore viscerale per la città. Eppure le vie le conosce. 

La conoscenza non sempre basta a sollecitare interesse. Il desiderio non risponde alle stesse logiche che soggiacciono agli automatici modo in cui si impara a fare qualcosa . C'è quell'eu-meneia greca alla radice del volere capire di più, spingersi oltre senza annoiarsi mai

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Alla lunga tutto ciò che è ripetitivo naturalmente stufa

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In che modo l'individuo si pone nei confronti del capitale? La logica capitalista esalta l'io, lo isola dalla comunità, lo rende il sovrano assoluto di se stesso (almeno, lo illude che possa essere tale) nella pretesa di scatenare una guerra illimitata ed accettata con tutti coloro che si frappongono al suo arricchimento ed alla sua perpetua esibizione. Un esibizionismo permanente.

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Lasciare il mio punto di vista sul mondo alle mie figlie, perché capiscano un giorno a cosa pensavo, cosa mi tormentava, cosa c'era dietro i miei nervosismi ed incostanze umorali

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"L'Europa che va in direzione ostinata e contraria all'America di Trump, oggi più che mai avrebbe bisogno di guarire dal suo passato violento colonialista e prevaricatore ed impegnarsi ad essere aperta e pacifista, multiculturale ed ecologista.

L'Europa può lottare contro le diseguaglianze prodotte dal capitalismo e promuovere una distribuzione più equa delle risorse, diventando culla dei diritti di ogni minoranza a vivere un'esistenza sicura, senza percepire nell'altro sempre e soltanto un nemico, ma un coabitante prezioso dello stesso pianeta.

L'Europa può ancora opporsi a questo scempio e porsi oltre fili spinati, trivelle e catene, per lasciarsi abitare da pace, fratellanza, sorellanza, solidarietà, cosmopolitismo, uguaglianza e libertà, che si traducano in progetti eco-sostenibili, contro ogni vuota retorica e soprattutto contro ogni concreta e quotidiana forma di sfruttamento dell'essere umano sull'essere umano e di questo sul suo ambiente.

L'Europa può diventare un laboratorio in cui sperimentare finalmente una maniera anticapitalista di stare al mondo, affrancandosi tanto da meri criteri quantitativi di produzione, quanto da valori legati al superfluo, effimero apparire, ritrovando il rispetto per gli esseri umani e per la Natura intera, nella tutela della piena espressione di ogni sua differente parte.

Questo può essere un modo per tornare umani.

Che ne dite?"

L'Europa deve ancora riscoprire il senso dell'empatia, la capacità di immedesimazione nella sofferenza e nella gioia dell'altro e lottare con ogni istinto alla sua sopraffazione o indifferenza per le sue richieste. Perché l'Europa può fare tutto questo? C'è nella sua struttura qualcosa che la conduca all'amore? Non è stata proprio l'Europa a produrre il nazifascismo? Sì. Impotenza, ammutolimento, crisi profonda delle capacità linguistiche e razionali... tutto questo ha conosciuto l'Europa, per poi consegnare la sua  resa a delle macchine, a prodigi della techne non sorvegliati da un senso di salvaguardia, sganciando techne da episteme e da moralità. 

Tuttavia, proprio perché ha vissuto questo orrore l'Europa dovrebbe sapere che con l'etica non si scherza e non se ne parla, ma la si agisce. Con tutto il bene e per tutto il bene del mondo. Ed è giunto il momento di farlo adesso, in una maniera antiviolenta ma efficacissima: DISOBBEDIENZA.

 Fermo ripudio di ogni simulacro proposto da questa gabbia tecnologica, costante e indefessa attività di critica mai pronunciata con odio che mira alla pancia, ma con indignazione che voglia raggiungere le menti perché possano domandarsi se non è già troppo quello che abbiamo subito ora.

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Questione di misure

Non è il mio passo ad essere sbagliato ma è quello voluto dalla società capitalista ad essere disumano. Non a misura di nessun essere umano, ma solo di robot intelligenze artificiali che non hanno bisogno di riposo per ramificare le loro informazioni o per riassestare il loro organismo. Noi abbiamo carne muscoli cellule e non impulsi elettrici a governarci e dobbiamo rispettare ciò di cui siamo fatti.

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Il pensiero di una sinistra che si è abbarbicata secondo alcuni solamente su questioni di secondaria importanza.  Ma smettiamola,  non sono affatto secondarie. La società é complessa e per costruire un fronte opposizione credibile oggi bisogna tenere in considerazione diversi fattori egualmente fondamentali senza sostenere assurde priorità: tutti gli esclusi dovrebbero cominciare o tornare ad essere protagonisti: coloro a cui è negato il diritto di voto, le donne, gli operai, gli sfruttati, l'intera comunità Lgbt oltre ogni pregiudizio

Si tratta di difendere la nostra straordinaria Costituzione, darle voce senza tregua

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il denaro è utile come sono utili le fogne  ma non è che si può fare una cultura delle fogne, Silvano Agosti

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La libertà è nel processo di liberazione femminile dall'oppressione oggettiva patriarcale. Liberarsi facendo del proprio corpo una merce è una possibilità che, tuttavia, si scontra con la grande libertà kantiana come fatto interiore della ragione, che, per quanto universale sia, non suggerisce in ciascuna/o gli stessi ammonimenti. Personalmente, la mia rimane in cerca di dignità e decenza e non riesce a spingersi nell'elogio dell'assenza di ogni limite quasi fosse un coraggioso superamento di ogni residuo di moralità benpensante. Il nudo occidentale è stato necessario negli anni della contestazione, ma oggi è ridondante nel suo conformismo e svuotato di ogni slancio provocatorio. Il nudo della studentessa iraniana, accompagnato o meno che sia da sue dichiarazioni, invece parla per sé, provoca in modo esemplare, scontrandosi con l'ottusità del regime e diventando argomento di discussione nelle nostre chat proprio per ricordarci di quante donne stiano combattendo per quella libertà che in Occidente diamo per scontata e che qui da qualche tempo si è trasformata in una passiva accettazione del peggio che mai nessuna femminista avrebbe desiderato.

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Tutti abbiamo qualcuno o qualcosa da cui disintossicarci

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Il culto del limite per lasciare liberi gli altri. L'elogio del finito del mondo greco in fondo negava la possibilità del possesso stritolante, consentiva che ciascuno potesse trovare tutta l'espressione concessa senza doversi ritenere mai perfetto, senza limiti (apeiron, dunque) perché infinita è solamente la conoscenza divina. Quella nostra, anthropine sophìa, è sempre una sapienza umana, piena di buchi, crepe, incertezze, dubbi, esitazioni, memoria che vacilla e cancella anche formidabili intuizioni

In Socrate c'è questo. E c'è la grande, straordinaria ed intramontabile consapevolezza che la ricerca della sapienza non è mai uno sforzo individuale e solitario. Eraclito, Pitagora hanno totalmente frainteso lo sforzo dell'avvicinarsi alla verità, se li osserviamo a partire dal punto di vista socratico, perché hanno pensato di fare da soli o addirittura impartendo a pochi adepti quella ritenuta la scienza assoluta, un dogma indiscutibile. La verità invece è una conquista faticosa che può ottenersi solamente in una ricerca comunitaria, come quando in classe confrontiamo le nostre opinioni e poi non possiamo più dire con esattezza chi avesse ragione o avesse torto, ma ognuno ha guadagnato un qualcosa di più, che senza l'incontro-confronto- scontro con l'altro non avrebbe potuto ottenere


quindi Eraclito è fondamentale se inteso in questa maniera di molla contraddittoria che è indispensabile per provocare il pensiero, metterlo in discussione, costringerlo a vivere il momento spiazzante della crisi, quando ci si svincola dal terreno saldo delle proprie convinzioni e si rimane senza stabili certezze

Tutti i presocratici sono fondamentali, c'era un tipo di discorso che molti poi diranno non sarà più considerato, provocando tante frane, perché laddove c'era questo procedere ancora incerto che si avvicinava alla verità, si voleva l'arché ma non si rinunciava alla poesia perché non si conosceva ancora il concetto, il rigore dell'esposizione argomentativa che è più una sequenza di ragionamenti e meno un disordinato mosaico di impressioni intuitive e rimuove, in questa maniera, tante altre maniere di pensare che non è affatto detto siano da considerarsi inferiori a quella che poi ha prevalso nella tradizione occidentale. Obbediente al logos nello sforzo di pensare in modo rigoroso e lineare, perdendo quella straordinaria polisemia con cui abbiamo visto parlavano di logos i primi pensatori

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"vado verso il dubbio come altri vanno in ufficio", Cioran

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Devo impegnarmi di più per essere una mamma sufficientemente buona e quindi adoperarmi al meglio delle mie possibilità per fornire alle mie meraviglie le basi per diventare brave, virtuose, oneste e capaci cittadine del mondo.

Perdo troppo tempo nel congetturare magnifici piani che le emancipino dal divenire schiave della vacuità e del pensiero corto, ipotizzando di leggere loro mitologia e libri di filosofia, facendo fare temi e discussioni, oltre che passeggiate educative per la città, per apprendere sempre meglio storia, arte ed antropologia. Ma la realtà poi è molto diversa dalle mie pianificazioni, perché le giornate sono dense di impegni e riuscire ad accompagnare le pargole tutt i pomeriggi dispari agli sports, guardare insieme qualche serie TV, ascoltare musica, andare sulla metro di tanto in tanto, oltre a ridere e scherzare quotidianamente, diventano le uniche modalità positive di relazione. Per il resto è un continuo rimprovero relativo al disordine e soprattutto all'utilizzo del tablet per videogiochi di dubbia intelligenza e urla disumane per sottrarle alle stronzate propinate su youtube.

Sono molto più scarsa come madre che come insegnante.

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film di Ozpetek un omaggio alle donne, celebrazione della loro potenza di superare i dolori e rimanere solidali l'un l'altra, tirando fuori il meglio che abita in ciascuna. Investita dalla bellezza straordinaria dei vestiti e dei costumi quest'atmosfera in cui la dimensione temporale è poco importante, si ragiona sugli abiti, sui dettagli, sulle stoffe che fanno apparire fastose, piene di grinta dissimulando travagli e disavventure

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Fregare sul tempo, prendere la scena, usate la techne a vantaggio della rivoluzione

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8 gennaio 2025

Se la mia razza si estingue, vorrei che prima si estinguesse quella parte di me che odio; pigra, antivitale, tetra, ingrata ed abbarbicata a false supposizioni, che le rendono più faticoso cogliere il bello che c'è.

Anelo ad una perfezione solamente a parole, perché il più delle volte trascuro i miei bisogni primari di riposo e movimento nelle giuste dosi, facendo della mia condotta un insieme poco equilibrato, lontano dalla phrònesis

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27 novembre 2024

Anche se non l'ho ancora visto, penso che il successo di "Berlinguer" si annidi nella grande forza che riesce a trasmettere un modello. Ma perché deve prevalere il RIMPIANTO? Se è successo, può succedere ancora. Basta nutrirci di distopie. Abbiamo bisogno di UTOPIE per andare oltre la deriva nera di questi tempi barbari.

Se non tentiamo di proporre un nuovo modo alternativo, che faccia degli ultimi e sfruttati il suo perno vuol dire che allora ci meritiamo Salvini, Valditara, Meloni e compagnia bella.

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21 settembre 2024

nasciamo nel DISAGIO, nel tentativo di metterci a nostro agio, renderci familiare un mondo estraneo, alieno, che temiamo per la sua indecifrabilità ed abbiamo paura non ci rassomigli. E perciò ci chiediamo se riusciremo a farci accogliere da esso, se verremo riconosciuti, se a qualcuno interesserà mai capire a fondo chi siamo.

Questa domanda non trova risposta certa neppure da adulti. Devono rimanere spazi non colonizzabili, buchi, ombre, punti oscuri e irraggiungibili fuori da ogni possibile connessione.

E però crescere forse vuol dire fondamentalmente imparare ad accettare proprio queste zone oscure e non averne più paura.

Il termine disagio, dice Marco Rovelli, deriva da aize, che viene da adiacens. Situazione di distanza, di non prossimità. Non sento nulla e nessuno vicino, non c'è nulla e nessuno che mi tocchi, non c'è contatto, non c'è connessione.

"Una connessione profonda, non quella immaginaria di un occhio disincarnato. Questo aspetto del disagio che è il sentirsi sconnessi, isolati, è allora l'isolamento di una società che ha fatto dell'individuo e del proprio successo l'unico valore."

Bisogna sempre distinguere solitudine da isolamento.

La solitudine è necessaria e magnifica, l'isolamento è sempre pericoloso.

Solo gli isolati cercano la verità, e rompono con chiunque non la ami abbastanza, diceva Boris Pasternak

Ma credo intendesse proprio i solitari. Chi si isola, difficilmente si ritrova.

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Chi ci conosce veramente? Chi ha la nostra esistenza a cuore?

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Non bisogna dar retta a coloro che consigliano all'uomo, perché è mortale, di limitarsi a pensare cose umane e mortali; anzi, al contrario, per quanto è possibile, bisogna comportarsi da immortali, e fare di tutto per vivere secondo la parte più nobile che è in noi. (Aristotele)

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Del punto di vista maschile è saturo la Storia

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La rivolta delle mucche

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Il tempo è un enigma difficile, impossibile da risolvere e, tuttavia, una delle più pericolose deformazioni operate dal Capitale è quella che agisce sulla concezione del tempo.

 Anziché preoccuparsi di sanare la divaricazione tra i due tempi,

Aiòn e Chrònos, che i Greci riconoscevano come complementari, l'età tardo-capitalista si impegna a rendere il secondo l'unico orizzonte entro cui potersi muovere, rimuovendo l'urgenza di salvaguardare quel sacrosanto tempo interiore su cui avevano riflettuto Eraclito, Agostino e Henri Bergson.

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si deve continuare a leggere, pensare, rileggere, scambiare impressioni, collegare, anticipare,  drammatizzare, per arrivare a riderci sopra, oltre ogni funesta previsione
Non siamo che nottole che arrivano troppo tardi,
pensieri inattuali che scavano nelle fessure.
Ma le fessure possono diventare varchi per chi ha occhi e menti più rapidi e riuscirà a costruire, malgrado tutto, qualcosa di buono

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